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APPROFONDIMENTI 






 

STAGIONE MOSTRE 2010

 

(COMMENTI E CONSIDERAZIONI SU UN CAMPIONATO MONDIALE)

 

 

Anche quest’anno si è conclusa la faticosa e nel contempo esaltante stagione delle esposizioni ornitologiche.

Dal canto nostro, sotto l’aspetto del mercato, si è aperta con l’esposizione di Pordenone, ai primi di ottobre, e si è conclusa con il Mondiale in Francia a fine gennaio/2011, passando per le internazionali di Macerata e poi Méchélen in Belgio, quindi le due spagnole di Malaga e Talavera de la Reina, Reggio Emilia ed il Campionato Italiano di Parma. Tanti appuntamenti, tanti chilometri percorsi e tanto impegno per proporre agli appassionati i nostri esemplari.

Sotto l’aspetto espositivo invece abbiamo partecipato con i soggetti del nostro allevamento ai tre principali eventi che la stagione mostre prospettava: l’internazionale di Reggio Emilia, il Campionato Italiano di Parma ed il Mondiale di Tours in Francia. I risultati sono stati buoni a Reggio, esaltanti a Parma e un po’ deludenti al Mondiale (tenuto conto dell’ottimo palmares con il quale ci eravamo avvicinati a questa competizione).

Intendiamoci, due secondi posti e due terzi ad un campionato mondiale rappresentano per molti un traguardo assai arduo e spesso irraggiungibile, tenuto conto anche della alta competizione e difficoltà delle categorie in cui sono stati ottenuti (isabella rosso mosaico, isabella pastello rosso mosaico, nero opale rosso mosaico e nero topazio rosso mosaico). E’ anche vero che il nostro allevamento ci ha abituati negli ultimi anni a risultati egregi, per cui fare un passo indietro (nessun oro conquistato) ci lascia un po’ di amaro in bocca.

E’ per questo che sorvoliamo volutamente sui risultati trionfali ottenuti al Campionato italiano di Parma (10 primi, 5 secondi e 2 terzi rappresentano un vero record per questa manifestazione) e analizziamo con più attenzione le cause del parziale insuccesso di Tours. D’altro canto, quando raggiungi certi livelli competitivi, la platea degli appassionati a questo hobby è sempre più predisposta a evidenziare i tuoi insuccessi (anche se parziali) che non i tuoi trionfi più esaltanti i quali scivolano nella quasi totale indifferenza collettiva. Ed è per questo che quando torni da una manifestazione mondiale senza l’oro molti dei tuoi “amici” ti danno già per spacciato e incapace di competere ad alti livelli. Cito l’amico Giovanni Bertolini che l’anno scorso, dopo i due ori da me conquistati in Portogallo, mi disse: “Ricordati Alfio che se l’anno prossimo non ne conquisti tre, sarai per tutti gli amici ornicoltori uno sconfitto!”. Accetto questa dura ma realistica diagnosi e mi rimbocco le maniche per le prossime competizioni.

 

Analizziamo adesso i risultati dei nostri canarini a Tours e cerchiamo di capire le motivazioni che hanno determinato l’indubbio insuccesso di certi tipi da noi esposti.

Anche per coloro meno predisposti a concedere attenuanti o capire i motivi di una sconfitta, resta difficile comprendere come canarini che stravincono un campionato italiano possano fare flop alla successiva manifestazione mondiale: come è possibile che 10, e dico 10, primi posti possano trasformarsi a distanza di un mese in zero ori!?

Nell’analisi dei risultati la prima cosa che mi è saltata all’occhio è stata l’assenza completa di piazzamenti con i miei canarini melaninici a fattore rosso intenso, che nel corso di questa stagione ma anche delle passate, mi avevano regalato enormi soddisfazioni.

Dall’analisi delle classifiche osservo come i miei singoli e i miei stamm siano relegati in posizioni di basso livello e superati da soggetti di espositori italiani nettamente già battuti al campionato di Parma, oppure da espositori stranieri con una serie di canarini spesso di mediocre livello tecnico. I miei neri opale rosso intensi, senza alcun competitor, non raggiungono i 360 pt., i bruni int., i bruni onice int., i bruni cobalto int., il singolo nero topazio rosso intenso (bellissimo!) ecc. non riescono ad entrare nei primi tre posti?!  L’analisi delle schede di giudizio mi aiuta a capire e mi da un certo sollievo, accompagnato però dall’amarezza di aver perso in maniera gratuita svariati titoli. In ogni scheda, ognuna compilata da giudice straniero e principalmente del nord Europa, trovo a margine la nota “rémiges et rectrices doivent etre colorées” cioè “remiganti e timoniere devono essere colorate”, ed ecco che, per incanto, interi stamm con 28 sul tipo subiscono forti penalizzazioni che vanno dai 2 ai 3 punti a canarino (varietà 8 o addirittura 7, impressioni 4), con il punteggio totale che precipita a livelli dove la competitività va a farsi fottere! Canarini che dagli 88-89 pt. ricevuti arriverebbero ai 90-91 che gli competono. Otto-dodici punti di penalizzazione trasformano uno stamm altamente competitivo in un gruppo di “brocchi” ai margini della competizione.

Se da un lato mi soddisfa e mi consola la valutazione sulla voce TIPO sulla quale i miei canarini sono stati valutati da 28 (e solo alcuni da 27, oltre ad un paio di 29), dall’altro lato sono amareggiato e contrariato con me stesso per aver presentato canarini non conformi agli standard C.O.M.  L’ingenuità e l’inesperienza in questo tipo di competizioni mi ha giocato un brutto scherzo che mi servirà di lezione per le prossime volte!  La morale è questa: “SE VUOI PARTECIPARE A COMPETIZIONI INTERNAZIONALI DEVI ASSOLUTAMENTE COLORARE DA NIDO I TUOI CANARINI A FATTORE ROSSO INT. E BRIN.”

Le attenuanti ci sono, poiché nelle due precedenti edizioni dei mondiali avevo conquistato quattro ori, tutti con canarini a fattore rosso intenso e tutti con ala naturale cioè non colorata da nido!  Ma , elemento non trascurabile, in questi casi le manifestazioni si erano svolte in Italia e in Portogallo, in nazioni cioè dove la maggioranza dei giudici è locale e di conseguenza più tolleranti nei confronti della colorazione di ali e coda e più predisposti a premiare le qualità intrinseche del soggetto che non l’artificio della colorazione da nido: in poche parole se il soggetto è più bello lo è anche se ha le ali color naturale e non pigmentate in maniera artificiale!

Ho ben capito che per i giudici nordici (francesi, tedeschi, belgi e olandesi), questo elemento rappresenta invece un aspetto inderogabile sulla valutazione del canarino, uno di quei punti da cui non si transige, una colonna portante della loro tradizione e cultura ornitologica che li distingue in maniera netta dai nostri criteri più mediterranei e pertanto tolleranti su aspetti di natura “formale” e che poco hanno a che vedere con la natura intrinseca del canarino.

Sono diversi punti di vista e di conseguenza regole diverse, e quei giudici ti hanno fatto capire che quando sei ospite in casa loro le regole le fanno loro e se vuoi partecipare al banchetto a quelle regole ti devi attenere!!

 

Mi soddisfano a sufficienza invece i risultati ottenuti con i miei canarini a fattore rosso mosaico, dove oltre alle quattro medaglie vinte, ho piazzato altri buoni punteggi con gli stamm dei neri, dei bruni e degli isabella rosso mosaico (tutti tipi dove la competizione è molto forte).

Dove invece mi devo soffermare ed esprimere la mia criticità è sul giudizio dei NERO OPALE ROSSO MOSAICO. Ho presentato due singoli e due stamm ottenendo il terzo posto con lo stamm delle femmine ed il quarto con il singolo maschio. Dovrei essere soddisfatto e lo sono poiché ho confermato la mia leadership a livello nazionale e di essere uno dei migliori allevatori al mondo di questo tipo di canarino.

Ma se vado ad esaminare il giudizio vedo che un giudice nordico ha privilegiato i neri opale di due allevatori tedeschi che si sono spartiti i titoli esponendo dei canarini con tipologie molto simili tra loro ma molto diversi rispetto a tutti quelli presentati dagli altri espositori.

Avrei immenso piacere che tutti quegli allevatori appassionati di opale che ci sono in Italia avessero potuto vedere quei canarini per poter confrontare con loro le mie idee e condividere quanto di sorprendente ho visto in Francia!

Cerco di descrivere questi canarini. Premetto che a me sono piaciuti molto e sono stato tentato di acquistarne alcuni esemplari per poterli allevare. Forma e piumaggio eccellenti, ossidazione esagerata ai limiti del possibile (?!), disegno lungo e continuo dalla testa fino al codione con fianchi evidenti e marcati (e fin qui ci siamo). Il disegno, per quanto netto e nitido, per niente sfrangiato, non è largo ma stretto e fine come quello di un agata, l’opalescenza è inesistente e la rifrazione azzurra è rimasta attaccata al guscio dell’uovo poiché sui canarini non se ne vede traccia! La tonalità del disegno è cupa tendente al grigio-nero e ricorda vagamente quella dei pastello!

Questi canarini hanno dominato il campionato mondiale nel fattore nero opale rosso mosaico!

Questi canarini sono l’esatto contrario degli standard che si ricavano dai criteri di giudizio e per i quali la nostra Commissione Tecnica del Colore si è battuta e prodigata in Italia per promuovere il nero opale tipico e indirizzare di conseguenza le tecniche selettive nei nostri allevamenti.

Da tutto ciò si evince che nei paesi nordici hanno una visione del nero opale diametralmente opposta alla nostra, anzi per la precisione diametralmente opposta a quella della nostra Commissione Tecnica del Colore! E non si può ridurre tutto alla discrezionalità di un giudice, magari amico degli espositori vittoriosi, perché tutto ciò sarebbe estremamente riduttivo.

La verità è che così li vogliono e così vengono giudicati nei paesi del nord Europa e di conseguenza così li dobbiamo fare se intendiamo partecipare a competizioni mondiali in quei paesi!!

Tutto il resto sono chiacchiere, inutili convegni e specialistiche artificiose dove noi allevatori italiani partecipiamo in massa alla ricerca del canarino azzurro, muniti di lenti di ingrandimento atte a rilevare tracce di “troppo nero” e a demonizzare quei soggetti che per loro intrinseca natura si discostano, anche di poco, da quello standard di azzurro che per noi è ormai divenuta una chimera.

E il signor Patrice Hery (giudice internazionale), esprimendo quel suo giudizio al mondiale di Tours ha messo in berlina tutti i nostri principi selettivi, li ha calpestati e spazzati via senza esitazione alcuna, imponendo alla platea degli espositori i suoi criteri o meglio quelli che predilige la sua federazione di appartenenza.

Intendiamo, le mie parole sono intrise di tristezza e dispiacere, e la mia convinzione è che il canarino opale deve essere azzurro, così come ha ribadito la nostra Commissione Tecnica. Quelli che hanno vinto a Tours erano dei bei canarini, ma non erano dei neri opale, e ho gradito la confidenza di molti amici allevatori secondo i quali i miei neri opale meritavano abbondantemente il primato mondiale!

Ma adesso non sto parlando per me stesso o per difendere il mio piccolo orticello (i miei canarini e i miei risultati espositivi), ma sto parlando per tutta quella platea di grandi e piccoli appassionati che tutti gli anni si cimentano con impegno per la procreazione del canarino nero opale d’eccellenza.

Avendo la fortuna di girare l’Europa per motivi di lavoro connessi alla mia passione ornitologica, ho il piacere e la possibilità di verificare sul campo tutte le applicazioni pratiche delle varie teorie ornitologiche che sono alla base delle nostre tecniche selettive. Pertanto, pur comprendendo da un lato l’impegno svolto dalla nostra Commissione Tecnica  nel sensibilizzare gli allevatori alla ricerca e selezione della tipicità nel nero opale, condivido meno quelle vere e proprie crociate messe in atto nelle mostre nazionali al fine di demonizzare il nero opale troppo nero, e mi sento in dovere, per onestà intellettuale, di informare gli stessi allevatori vogliosi di primeggiare nel nostro Paese, ma magari anche nel Mondo, che con i “nostri” neri opale nel mondo non vinceremo mai!! A meno che non capiti la fortunata congiuntura di un mondiale in Italia o l’altro fortunato evento di un giudice italiano di forte personalità che anche in un paese estero sa imporre i suoi principi e dettare le proprie regole di giudizio. Altrimenti noi perderemo sempre!! Tutto questo i nostri amici allevatori italiani, magari più inesperti o che non hanno avuto la fortuna di calcare gli scenari internazionali e che forse si accingono a farlo, lo devono sapere!! Qualcuno glielo dovrà pur dire !

Certo risulta per molti difficile da comprendere come certi canarini che in Italia vengono giudicati insufficienti (85-86 pt. equivalgono a soggetti da pattumiera), come si oltrepassa l’arco alpino divengano esemplari di valore che se la possono giocare per un titolo mondiale! Sarebbe logicamente auspicabile una maggiore uniformità nell’applicazione dei criteri di giudizio, che in realtà non sono così diametralmente opposti come invece manifesta la loro contraddittoria applicazione sul campo.

Spero che negli anni a venire i rappresentanti della nostra ornitologia nazionale riescano a mediare con le federazioni estere per il raggiungimento di una maggiore uniformità di giudizio su questo tipo di canarino e soprattutto che si converga sui nostri principi di applicazione che a me sembrano i più conformi rispetto ai criteri di giudizio. Finché però questa opera di mediazione non sarà realizzata consiglio tutti gli allevatori appassionati del nero opale di allevare due linee differenti di questo canarino, una atta a primeggiare in terra nazionale e l’altra (rappresentata dai neri opale molto neri e con poca rifrazione azzurra) atta a partecipare e a giocarsela alla pari nei concorsi internazionali.

Perché questa opera di mediazione e di confronto serio e corretto fra le diverse correnti di pensiero possa avvenire, io ritengo che in appuntamenti importanti come un campionato mondiale è fondamentale la presenza ufficiale dei membri della nostra Commissione Tecnica. Sono loro che ci hanno dettato le regole alle quali ci siamo attenuti durante gli accoppiamenti e sono loro che hanno la possibilità di sostenere tali regole e difenderle a spada tratta facendole valere anche in terra straniera, poiché in palio non c’è soltanto una semplice medaglia di cartone, o il rispetto della singola immagine personale, bensì la dignità dell’intero movimento ornitologico nazionale e di tutti quei piccoli e grandi allevatori che lo rappresentano!

 

Un saluto a tutti gli allevatori

L’amico Alfio